giovedì 26 maggio 2011

LAVORO: USB, DIPENDENTI INPDAP 'PIGNORANO' AUTO BLU DIRIGENTI

(ASCA) - Roma, 25 mag - Questa mattina a Roma, dopo aver convocato l'assemblea dei lavoratori della Direzione Generale dell'Inpdap, l'Unione Sindacale di Base ha deciso di effettuare il ''pignoramento delle auto blu in uso ai vertici dell'istituto ed alla Dirigenza, bloccandole con catene''.

L'iniziativa simbolica, spiega una nota Usb, e' stata attuata ''per protestare contro la mancata approvazione definitiva del Contratto Integrativo, firmato a novembre 2010, ed al conseguente mancato pagamento del trattamento accessorio collegato alla produttivita'. Mentre l'Inpdap ha gia' certificato ed acquisito a bilancio il raggiungimento di tutti gli obiettivi di produzione fissati per il 2010, i lavoratori sono in credito con l'Istituto per un importo pari a circa 1.200 euro medi pro capite come premio di produzione''.

''A fronte del debito che l'Istituto ha con i suoi dipendenti, visto l'uso quantomeno generoso delle auto blu, e ritenendo inaccettabile tale situazione, la USB ha effettuato il pignoramento delle auto'', spiega Massimo Briguori, del Coordinamento nazionale USB Pubblico Impiego, che denuncia: ''Gli stessi membri del Collegio dei Sindaci, che in rappresentanza dei Ministeri Vigilanti fanno le pulci al Contratto Integrativo dei dipendenti bloccandone l'approvazione, si gratificano di un gettone di presenza per la partecipazione alle commissioni di gara. Questo gettone, pur ridotto agli attuali 30 euro a seduta, risulta esente dalla tassazione Irpef in quanto percepito a titolo di rimborso spese, mentre i lavoratori pagano l'Irpef perfino sui 12 euro del ticket mensa''.

martedì 17 maggio 2011

Auto blu - Gagliardi: “La Genova turistica non è un parcheggio, stiamo al passo con l’Europa”

Genova. Continua a Tursi la crociata contro le auto blu indetta dal consigliere comunale del Pdl, Alberto Gagliardi.

Oggi durante il consiglio comunale, è stata avanzata l’ennesima interrogazione a risposta immediata per cercare di limitare “l’invasione delle auto blu delle forze dell’ordine nelle eccellenze turistiche della città”

“È una mia crociata in favore della Genova turistica e culturale – spiega Gagliardi – Proprio recentemente è stato ribadito che via Garibaldi è una delle strade più belle d’Europa. Sicuramente può essere aperta al transito per le auto delle forze dell’ordine, ma non deve diventare un posteggio. Sarebbe un pessimo esempio per tutti i cittadini”.

Oltre a via Garibaldi, però, la situazione sembra interessare anche altre zone storiche del capoluogo ligure.

“Anche in altre zone tipo piazza Matteotti – continua il consigliere comunale – ci sono alcuni punti strategici che sono fondamentali per il futuro turistico e culturale della città. Ci sono state tante promesse ma come al solito la situazione resta invariata. Convegni, conferenze, non devono diventare una scusa per far stazionare auto blu per un’intera giornata in strade storiche”.

“Così come avviene in altri Paesi – conclude Gagliardi - il personale e i politici dovrebbero solo essere accompagnati. Le auto potrebbero posteggiare in luoghi più idonei per poi tornare a prendere le autorità”.

Fonte: genova24

martedì 10 maggio 2011

Auto blu, enti inutili, farmaci costosi: sul tavolo di Tremonti un piano di tagli agli sprechi

ROMA – Novatamila auto blu da tagliare perché non indispensabili, un settore che costa ogni anno 4 miliardi; farmaci che, in Sicilia ad esempio, costano fino a 250 euro in più che altrove; due o più impiegati per una mansione che nemmeno richiede intervento umano; enti inutili e mai cancellati. Sono alcuni esempio della voce “sprechi” nel settore spesa pubblica, un elenco dettagliato che a breve arriverà sulla scrivania del ministro Tremonti per una serie di tagli.

Il ministro ha commissionato al tecnico Piero Giarda un’analisi della situazione per iniziare un piano di tagli alla spesa pubblica. A quanto pare il rapporto suggerirà a Tremonti anche un metodo diverso di risparmiare, non più basato sui “tagli lineari” (quelli che hanno fatto arrabbiare più di qualche ministro) ma sulla “spending review”, ossia sulla selezione della spesa. Si legge nel rapporto che l’obiettivo è “cancellare interi pezzi dell’intervento pubblico perché non più rilevanti”.

Il settore più urgente dove “sfoltire” è quello delle auto blu, dove già il ministro Brunetta aveva giurato di voler intervenire. Il ministro dell’Economia potrebbe optare sul noleggio “tutto compreso”, anziché mantenere una flotta di auto che costa 4 miliardi l’anno: secondo gli ultimi calcoli le auto blu da tagliare in Italia sarebbero 90mila.

Fonte: blitz quotidiano

lunedì 9 maggio 2011

P.A.: NEL 2010 DIMINUISCE NUMERO AUTO BLU

ROMA (ITALPRESS) – Si riduce nel 2010 il parco auto delle pubbliche amministrazioni rispetto all’anno precedente. Lo rende noto il ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione. “Come annunciato nelle scorse settimane, FormezPA sta curando un nuovo monitoraggio nazionale del parco auto in dotazione a tutte le pubbliche amministrazioni – si legge nel comunicato del dicastero -. Il monitoraggio in atto sta verificando la consistenza del parco auto
e degli assegnatari, la dotazione del personale impiegato nelle funzioni di gestione e custodia delle autovetture, i chilometri percorsi e le spese di gestione sostenute nonche’ le eventuali misure adottate dalle amministrazioni per razionalizzare il
servizio”.
Avviata lo scorso 29 marzo, questa rilevazione e’ stata realizzata attraverso la compilazione di un questionario online. La prima fase della raccolta dati si concludera’ il prossimo 16 maggio. Il questionario e’ stato inviato a oltre 10 mila amministrazioni centrali e locali. I questionari pervenuti vengono sottoposti a un
primo controllo di coerenza dei dati forniti nelle varie risposte. In caso errori o di mancanze, l’amministrazione viene contattata per completarli o correggerli. Finora sono circa 500 le amministrazioni centrali e locali particolarmente rappresentative
che sono state contattate e assistite per una verifica dei dati forniti. Alla data dello scorso 5 maggio sono state 3.169 amministrazioni (il 29,8% del totale) ad aver correttamente compilato e trasmesso online il questionario.
La percentuale di risposta risulta superiore al 40% in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Toscana e Veneto e inferiore al 16% in Calabria, Sicilia, Basilicata e Molise. Secondo le stime sui dati finora disponibili, nel 2010 il parco
auto delle pubbliche amministrazioni (con esclusione delle auto con targhe speciali e/o dedicate a finalita’ di sicurezza e vigilanza) risulta in riduzione rispetto al 2009. “Analizzando le singole categorie di autovetture – sottolinea il ministero – al
momento si osserva una riduzione del 10% delle auto ‘blu blu’ (di rappresentanza politico/istituzionale, a disposizione di autorita’ e vertici istituzionali delle amministrazioni centrali e locali), del 7,1% delle auto ‘blu’ (di servizio, generalmente con autista, a disposizione di dirigenti apicali) e dell’1,4% delle auto
‘grigie’ (generalmente senza autista, a disposizione degli uffici per attivita’ strettamente operative: visite ispettive, controlli, manutenzioni, sopralluoghi, ecc.)”.

Fonte: italpress

Costano 3 milioni di euro l'anno i 9 nuovi sottosegretari

Il Fatto quotidiano fa un po' di conti. Il dissenso esplode anche a Radio Padania.
Berlusconi ne ha promessi altri 10, ma già i costi dei 9 sottosegretari ("senza incarico") appena nominati sono esorbitanti.
Il Fatto quotidiano, nel numero oggi in edicola, fa un po' di conti. E c'è di che impressionarsi, specie quando Tremonti & C. impongono tagli a ogni pie' sospinto.
Ecco il conteggio del quotidiano diretto da Antonio Padellaro: indennità lorda di sottosegretario 40.456 euro l'anno. Capo di gabinetto: 160.000 euro. Due autisti per "l'auto blu": 72.000 euro. Possibilità di utilizzare personale e di avere un ufficio stampa: 72.000 euro. Totale per ogni sottosegretario: 352.456 euro. Moltiplicato per 9 (per ora, se arrivano gli altri dieci ci saranno da aggiornare i conteggi. 3.172.104 euro.
In più, precisa Il Fatto quotidiano, siccome i nuovi sottosegretari sono tutti deputati o senatori, ognuno di loro percepisce dalle casse dello Stato 170.000 euro dalla Camera e 180.000 dal Senato.

Scoppia la protesta a Radio Padania

La cosa non va giù anche a molti elettori leghisti.
E la loro protesta - come racconta oggi la Repubblica - esplode anche a Radio Padania, il cui Forum è tutto un ringhio.
"Ma che meraviglia - attacca Docsog - altri nove sottosegretari. E con la benedizione di Bossi! Io non ci sto più".
E il veneto Luigi si chiede: "Ma non dovevano diminuire i quaranta che già magnan sora all'uno che laora?". E Rickyross non si dà pace: "Bossi si è feumato il cervello. Cosè che ha duro? E pensare che lo seguivo dalla fine degli anni ottanta ma ora è irriconoscibile. Nove sottosegretari immondi e altri dieci in cantiere. Incredibile...".

Le notizie precedenti: attesa un'altra infornata
Dopo l’infornata di sottosegretari fatta ieri da Berlusconi emergono con ancora più forza i malcontenti degli esclusi. A cominciare da Francesco Pionati che oggi si è detto ancora pronto a pazientare, ma che rivendica un posto da ministro, altrimenti “Sarà guerra”. ''Io sono snob e non mi metto mai in fila: preferisco cedere il posto agli assatanati e aspettare. Non mi hanno fregato, mi hanno chiesto di pazientare ancora per qualche giorno e se poi non succede niente sarà guerra''. Lo ha detto in due interviste sulle nuove nomine di governo, rispettivamente a Il Corriere della Sera e a La Repubblica, il portavoce dei Responsabili.
“Serve una compensazione”
''Io non sono legato al potere a tutti i costi - ha spiegato al Corriere - se questo non è legato a un progetto, alla politica. Sarò pesato dopo le elezioni e a quel punto chiederemo un bell'incarico di peso''.
Pionati ha comunque rimarcato come sotto il profilo politico il premier abbia chiesto ''sacrifici sempre ai più fedeli: ci vorrà pure una compensazione virtuosa'', aggiungendo che se il ministro ''l'ha fatto Ronchi non vedo percè non possa farlo anch'io''. E ha invece ricordato come ''il lavoro che ho fatto come reclutatore di coloro che poi hanno volto lo sguardo al centrodestra non ha raffronti''.

Fonte: il salvagente

giovedì 5 maggio 2011

Auto blu anche in Cina

Di fronte alle crescenti proteste (che poco filtrano sui media occidentali) i 16 dipartimenti del governo centrale cinese, compresi il Comitato centrale per il miglioramento dell'ordine pubblico attraverso delle misure globali, la Corte popolare suprema, la Procura popolare suprema e il ministero della sicurezza pubblica, hanno dovuto trovare un accordo per unificare e "democratizzare" le linee di intervento riguardanti i processi, l'arbitrato o ad altri mezzi giudiziari., troppo spesso affidati alla discrezionalità delle istituzioni locali complici degli speculatori e degli inquinatori.

Secondo il sunto delle linee direttive riportate dall'agenzia ufficiale Xinhua «Degli avvertimenti preliminari al rilevamento dei conflitti sociali sono necessari per risolvere le dispute attraverso la mediazione. Gli accordi di mediazione possono diventare un obbligo legale dopo essere stati riconosciuti giudiziariamente da dalle Corti di giustizia. Queste linee direttive determinano anche i rispettivi ruoli dei dipartimenti governativi interessati per prevenire i conflitti. Per esempio, le autorità delle risorse umane e della sicurezza sociale sono responsabili della gestione delle vertenze professionali, le autorità della salute dei conflitti medici. Infine, le autorità delle risorse territoriali sono incaricate delle operazioni di mediazione territoriali e fondiarie», proprio quelle che danno i grattacapi più grossi al potere centrale e che vedono implicate in frequenti casi di corruzione i quadri locali del Partito comunista cinese (Pcc).

Le nuove linee passano anche per un inedito coinvolgimento dell'embrionale società civile ed associativa che si sta sviluppando in Cina, pur mantenendo il tutto sotto il controllo dello Stato: «Le autorità incaricate della sicurezza pubblica dovranno fornire dei locali per le mediazioni ed invitare i volontari a partecipare a queste - spiega Xinhua - Il Comitato centrale per il miglioramento dell'ordine pubblico attraverso misure globali supervisionerà le performance delle agenzie governative nel loro compito di risoluzione dei conflitti sociali, indicando le linee direttive».

Oggi il Consiglio degli affari di Stato (Il governo centrale cinese), presieduto dal premier Wen Jiabao in persona, ha messo un altro tassello in questa specie di glasnost pechinese: si è impegnato ad aumentare le informazioni finanziarie pubblicate dal Partito comunista e dal governo «Al fine di migliorare la trasparenza». In un comunicato del Consiglio degli affari di Stato si legge che «La trasparenza dei bilanci pubblici non risponde ancora alle attese dell'opinione pubblica, alcuni dipartimenti tardano a pubblicare i loro bilanci ed alcune informazioni non sono abbastanza dettagliate».

Il governo centrale «Esorta i dipartimenti del Pcc ed i governi a gestire i loro fondi in accordo con la legge, a rendere pubbliche le informazioni finanziarie in più settori ed a svelare più ampi dettagli nei documenti pubblicati, in particolare in materia di spese destinate ai viaggi all'estero, all'acquisto di auto ed ai ricevimenti ufficiali».

Verrebbe da dire tutto il mondo è Paese per le auto blu: in Cina diversi funzionari e responsabili del Pcc hanno comprato auto di lusso per le loro attività di rappresentanza, ma poi le utilizzano a fini personali e per andare in vacanza. Xinhua denuncia anche la pratica di organizzare «Seminari e forum inutili» con fondi governativi, che fanno arrabbiare la popolazione. Il Consiglio degli affari di Stato ha deciso che «98 dipartimenti del Pcc e del governo a livello centrale dovranno pubblicare i loro bilanci quest'anno, dopo aver sottoposto questi documenti all'approvazione dell'Assemblea nazionale del Popolo», il Parlamento cinese.

Il ministero delle scienze e tecnologie ha pubblicato il suo bilancio il 14 aprile, diventando il primo ministero cinese a farlo. Secondo il suo budget, nel 2011 dovrebbe spendere circa 40,2 milioni di yuan (circa 6,11 milioni di dollari) solo in viaggi all'estero, in acquisti di auto e in ricevimenti ufficiali.

In un'intervista a Xinhua, Wang Yukai, professore della Scuola nazionale di amministrazione, sottolinea che «Richiamando le agenzie governative a pubblicare i loro bilanci, soprattutto le informazioni riguardanti i viaggi, i veicoli e i ricevimenti finanziati dal governo, il Pcc e il governo centrale dimostrano la loro risolutezza a stabilire un governo più trasparente. Inoltre il governo centrale si è impegnato a migliorare la trasparenza dei bilanci dei governi territoriali».

Ben venga la tardiva glasnost che stabilisce regole e rendiconti, ma viene da chiedersi come è stata governata la Cina negli oltre 70 anni di bilanci così opachi da essere sconosciuti e come il Pcc ed il governo riusciranno ad uscire da questa tenebrosa discrezionalità, che ha permesso i peggiori abusi ad un potere così intoccabile da considerarsi quasi sacro ed incriticabile.

Fonte: Greereport

Più soldi per le auto blu che per i Beni Culturali

L’Italia, la nazione con più siti Unesco, cioè col maggior numero di monumenti preziosi a tal punto da essere considerati "patrimonio dell’Umanità", sta distruggendo la sua ricchezza: i beni dell'arte e della cultura. Al danno culturale va sommato quello economico. Il Belpaese era il primo al mondo nel turismo, ma oggi è scivolato verso un anonimo 28° posto, mentre il portale www.italia.it, il sito ufficiale del turismo in Italia, finanziato con milioni di euro dal governo, ha la poco invidiabile posizione di 184° fra i siti web più visitati del pianeta.

Una disfatta considerato il valore potenziale dei nostri monumenti, che avrebbero la capacità di risollevare le sorti economiche di città, cittadine e paesini di provincia. E mentre la politica è troppo concentrata a risolvere la crisi economica tagliando i fondi alla cultura, questa amara vicenda finisce in un libro edito da Rizzoli dal titolo Vandali.

La trama del volume scritto dagli inviati del Corriere della Sera Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella è, come sottolineato dal sottotitolo, l'assalto alle bellezze d'Italia e cioè come una politica, disinteressata alla cultura e che denota un senso di fastidio delle classi dirigenti verso la salvaguardia e la conservazione dei beni culturali nostrani, abbia determinato uno scenario di caccia selvaggia ai monumenti sopravvissuti.

Una serie di esempi tratti dalla cronaca quotidiana ci restituiscono vicende come quella del tempio di Apollo a Selinunte, ingabbiato per undici anni dalle impalcature perché nessuno le smonta, oppure come l'inestimabile villaggio preistorico di Nola, affogato nell'acqua perché la pompa non funziona; ed ancora come i mosaici di Pompei, che si sgretolano perché il commissario è impegnato a comprare mille bottiglie di vino "pompeiano" da 55 euro o a censire 55 cani randagi spendendo 103 mila euro. L'Italia presa dall'assalto del cemento è un altro scenario disarmante che il libro ci racconta attraverso la campagna veneta di Palladio e del Giorgione, raccontata usando le parole del poeta Andrea Zanzotto: "intossicata, sconquassata, rosicchiata, castrata" da un caos di villette, ipermercati e capannoni.

E ancora la tracotanza di un abusivismo che, di condono in condono, è salito a 4 milioni e mezzo di alloggi nei quali vivono undici milioni di italiani, a discapito delle unicità degli ambienti naturali. La Cultura è dunque senza idee? Si, sopratutto nei palazzi del potere, secondo il saggio Italia Reloaded, curato dal critico d’arte Christian Caliandro e dall'economista Pier Luigi Sacco.

Dallo studio della Commissione Europea sulla produzione culturale degli Stati membri l'Italia risulta 12esima. Getta acqua sul fuoco Il Giornale affidandosi al rapporto annuale di Federculture, dal titolo 'La cultura serve al presente', per descrivere uno scenario per nulla preoccupante. Per il quotidiano i tesori italiani, un ingombrante patrimonio culturale, non sono una tomba e l’Italia non è un paese di zombie culturali. Bisogna crederci? Un dato è certo: le sole auto blu, utilizzate per funzioni di rappresentanza pubbliche, costano due volte e mezzo l'intero stanziamento per i Beni culturali!

Fonte: Agenzia radicale