giovedì 31 marzo 2011

PA: AUTO BLU, PARTE LA VERIFICA SULLA RIDUZIONE DEI COSTI

(AGENPARL) – Roma, 29 mar – Lo scorso 28 marzo il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta ha emanato la direttiva n. 6/2011 riguardante “Misure di contenimento e razionalizzazione della spesa delle pubbliche amministrazioni - Utilizzo delle autovetture in dotazione alle amministrazioni pubbliche”. Come noto, la precedente direttiva n. 6/2010 richiamava l’attenzione delle pubbliche amministrazioni sulla necessità di adottare più efficienti ed efficaci modalità di gestione e utilizzo delle autovetture in dotazione e che aveva dato luogo ad una prima azione di monitoraggio a livello nazionale che ha permesso di conoscere il reale impatto economico e funzionale del servizio. Oltre a richiamare i più recenti provvedimenti in tema di finanza pubblica (in particolare il decreto legge n. 78/2010) che ribadiscono l’obbligo a contenere tali costi, la nuova direttiva Brunetta fornisce adesso ulteriori indicazioni alle amministrazioni per realizzare i risparmi richiesti dalle esigenze delle politiche di bilancio e per assicurare, al contempo, un soddisfacente livello di erogazione del servizio. La realizzazione di una seconda rilevazione nazionale permetterà così di aggiornare e ampliare al 2010 i dati raccolti nella prima indagine, evidenziare i risparmi conseguiti e acquisire informazioni sulle misure di razionalizzazione del servizio eventualmente adottate dalle amministrazioni utili a mettere a punto gli strumenti di contenimento dei costi che saranno inseriti in prossime misure legislative. In particolare, il nuovo monitoraggio si propone di verificare la consistenza del parco auto e degli assegnatari, la dotazione del personale impiegato nelle funzioni di gestione e custodia delle autovetture, la percorrenza chilometrica e le spese di gestione sostenute. Alle amministrazioni viene inoltre richiesto di segnalare le eventuali misure attraverso le quali si sono perseguiti gli obiettivi di contenimento della spesa per la mobilità del personale, di trasparenza e ottimizzazione del parco autovetture. Il termine ultimo per la compilazione del questionario è fissato per il prossimo 29 aprile. Sul sito di Formez PA (www.formez.it) è possibile consultare il questionario, le note per la compilazione e le relative FAQ. Per informazioni e assistenza alla compilazione del questionario online è possibile contattare l’Help Desk Formez telefonando allo 06.82888782 oppure scrivere una email all’indirizzo infoautoblu@formez.it Fonte: agenparl

Direttiva per le auto blu "sobrie e di bassa cilindrata"

In più si rinnova l'invito "alla dismissione del parco autovetture" per preferire, quando possibile, "contratti di locazione o noleggio" Nuova spallata al mondo delle auto blu: in una direttiva del ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta si legge che le amministrazioni pubbliche che devono fornirsi di auto blu "dovranno porre specifica attenzione alla selezione dei modelli e delle cilindrate". Inoltre si sottolinea che il contenimento dei costi di gestione delle autovetture di servizio possa "derivare anche dalla riduzione della potenza, della cilindrata, dei consumi, dei premi assicurativi e delle spese di manutenzione, nonchè dalla scelta di allestimenti e modelli con caratteristiche di sobrietà e non eccedenza rispetto alle esigenze di utilizzazione delle autovetture". La direttiva, inoltre, rinnova l'invito "alla dismissione del parco autovetture" per preferire, quando possibile, "contratti di locazione o noleggio". E dà il via ad un nuovo "monitoraggio generale delle autovetture in dotazione alle amministrazioni" per aggiornare i dati emersi dal primo monitoraggio svolto nel 2010 in riferimento agli anni 2008 e 2009. Servirà anche come "verifica sulla riduzione dei costi", acquisendo "informazioni in merito alle misure adottate eventualmente dalle amministrazioni per la razionalizzazione del servizio". Fonte: repubblica

mercoledì 30 marzo 2011

Liguria, la Casta colpisce ancora Tagliati i tagli alle auto blu

La norma anti-sprechi è sparita dal bollettino ufficiale. La finanziaria regionale 2009 decurtava i rimborsi. Un segnale accolto con favore da tutte le parti politiche: "Ora chi vuole il privilegio dovrà pagare". Al momento dell'attuazione, però, la norma è sparita. Nel silenzio generale
Rigore all’italiana: alla Regione Liguria hanno tagliato tutto. Perfino i tagli. Proprio così: è bastato un emendamento “invisibile” e magia… le riduzioni di stipendio per assessori e presidenti (della giunta e del consiglio regionale) che usano le auto blu sono state eliminate. Senza che nessuno, o quasi, se ne accorgesse.

Tutto comincia nel 2009, periodo di tagli selvaggi per gli enti locali. Il governo dà una sforbiciata ai trasferimenti alla Liguria: 70 milioni in meno rispetto all’anno precedente. I liguri se la passano male, sulla sanità incombe un buco di bilancio da decine di milioni, vengono chiusi ospedali, ridotti all’osso servizi essenziali perfino per i malati psichiatrici.

Allora, ecco che la Regione decide di dare il buon esempio, annunciando tagli in casa propria. Con qualche frecciata ai colleghi di altre amministrazioni: “La Liguria – ricorda l’assessore al Bilancio, Pippo Rossetti – per gli emolumenti a consiglieri e assessori è tra le più basse d’Italia: mi chiedo per quale motivo non si vanno a cercare le Regioni a statuto speciale dove arrivano un sacco di soldi, come la Sicilia che ha 24mila dipendenti”.

Si parte dalle odiatissime auto-blu, il simbolo della Casta, che in Italia pare siano 620mila. “Noi ne abbiamo 12, mentre la Sicilia ne ha 170”, spiega il presidente Claudio Burlando. È il simbolo, però, che conta: anche quelle dodici auto devono essere tagliate. È scritto nero su bianco nel Bollettino che riporta la Finanziaria regionale 2009: “Dal primo gennaio 2010 il rimborso forfettario mensile è decurtato del 20 per cento nel caso in cui il beneficiario abbia diritto a utilizzare usualmente l’automobile di rappresentanza o di servizio, salvo dichiarazione di rinuncia”. La norma modifica la legge 3 del 1987 sul trattamento economico dei consiglieri regionali.
Un bel segnale: chi vuole l’auto blu se la deve pagare di tasca propria. Un’iniziativa che raccoglie il plauso unanime delle forze politiche: “Basta privilegi”. Qualcuno, però – come i cronisti di Radio Babboleo News – non dimentica quella norma e un anno dopo (il 29 dicembre 2010) va a spulciarsi il Bollettino Regionale che riporta la Finanziaria 2010, in vigore dal primo gennaio 2011. Dei tagli alle auto blu nemmeno l’ombra.

Chissà, forse la norma si presume sottintesa anche se non espressamente menzionata in quel mare magno di leggi. E invece no. Il mistero viene svelato appena dodici giorni dopo, nel Bollettino del 12 gennaio 2011. In mezzo a pagine e pagine di norme compare un avviso di rettifica: “Il comma 3 dell’articolo 4 della legge regionale 3 del 1987 e successive modifiche e integrazioni è abrogato”.
Una riga e mezzo, nessuno ci fa caso, anche l’occhio più smaliziato farebbe fatica a capire che cosa si nasconde dietro quella selva di richiami ad articoli e commi.

Ma i giornalisti di Babboleo News non si arrendono, alla fine capiscono di che cosa si tratta. Quella “rettifica”, che doveva passare inosservata, restituisce centinaia di euro al mese. Non ai cittadini, ma a presidenti e assessori. In consiglio regionale pare che fossero tutti d’accordo: unanimi nel cancellare la norma anti-auto blu che appena un anno fa – anche stavolta unanimi – avevano sostenuto.
Insomma, per dirla con parole semplici: addio alla decurtazione dell’indennità per chi usa l’auto blu. Si torna ai vecchi sani principi: paga la Regione.

Una novità di cui quasi nessuno si era accorto, tranne le manine che l’hanno fatta inserire nella Finanziaria (guarda caso in una postilla contenuta in un supplemento). Ma adesso trovare l’autore è un’impresa. Non se n’era accorto, pare, perfino qualcuno dei beneficiari. Come lo stesso presidente Burlando, che appena informato della buccia di banana messa sul suo cammino sarebbe andato su tutte le furie: “Siamo i più morigerati d’Italia. Ci siamo ridotti gli stipendi prima che lo chiedesse Tremonti”, assicura Burlando. E le auto blu? “Appena ho saputo dell’emendamento ho chiesto ai miei assessori che usano l’auto nel tragitto casa-ufficio di restituire il denaro già percepito e di scrivere una lettera per rinunciare al privilegio”. Insomma, i soldi per adesso tornano nelle casse pubbliche. E non sono spiccioli: quelle due righe avrebbero fatto risparmiare a ogni assessore 800 euro al mese. Sessantamila euro l’anno per tutta la Giunta. Ma la norma anti-auto blu non esiste più. E scadute le lettere di rinuncia ai benefici… sarà tutto come prima.

Da Il Fatto Quotidiano del 29 marzo 2011

Dieta dimagrante per le auto blu

Le amministrazioni pubbliche che devono fornirsi di auto blu "dovranno porre specifica attenzione alla selezione dei modelli e delle cilindrate". Lo chiede una direttiva emanata ieri dal ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. Che sottolinea come il contenimento dei costi di gestione delle autovetture di servizio possa "derivare anche dalla riduzione della potenza, della cilindrata, dei consumi, dei premi assicurativi e delle spese di manutenzione, nonche' dalla scelta di allestimenti e modelli con caratteristiche di sobrieta' e non eccedenza rispetto alle esigenze di utilizzazione delle autovetture". La direttiva, inoltre, rinnova l'invito "alla dismissione del parco autovetture" per preferire, quando possibile, "contratti di locazione o noleggio". E da' il via ad un nuovo "monitoraggio generale delle autovetture in dotazione alle amministrazioni" per aggiornare i dati emersi dal primo monitoraggio svolto nel 2010 in riferimento agli anni 2008 e 2009. Servira' anche come "verifica sulla riduzione dei costi", acquisendo "informazioni in merito alle misure adottate eventualmente dalle amministrazioni per la razionalizzazione del servizio". Fonte: rainews24

Rimborsi, il trucco del governatore

Le spese della politica? Vengono tagliate per un anno e dieci giorni dalla Regione Liguria. Assessori e consiglieri che usano l’auto blu, secondo la finanziaria dello scorso anno dovevano rinunciare al 20% delle indennità di rimborso viaggi. Nella Finanziaria regionale di quest’anno non sembra cambiare nulla, il presidente Claudio Burlando (nella foto) chiede ai suoi assessori di scegliere tra la riduzione dell’indennità o la rinuncia all’autista. In realtà poi esce, dopo qualche giorno, una piccola rettifica alla legge, che cancella il comma 3 dell’articolo 4. Tradotto? Chi viaggia gratis ha di nuovo il rimborso pieno. Fonte: il Giornale

Una postilla nascosta per pagare gli assessori che viaggiano in auto blu

(...) Tutto fatto con variazioni, errata corrige, commi e codicilli. In burocratese puro e in periodi semifestivi. Per capire tutto occorre risalire a poco più di un anno fa. All’approvazione della Finanziaria 2009 della Regione, che finalmente introduceva un piccolo taglio alle spese per le auto blu. Quegli assessori e quei membri della presidenza del consiglio regionale che usavano la macchina di servizio con tanto di autista percepivano anche l’indennità mensile per gli spostamenti. Cioè viaggiavano gratis a spese della Regione e in più si facevano dare i soldi per i viaggi. La Finanziaria 2009, appunto, imponeva a partire dal gennaio 2010, che i fortunati rappresentanti istituzionali scarrozzati dall’autista rinunciassero almeno al 20 per cento dell’indennità, cioè di quella parte della paga mensile che viene versata sottoforma di «rimborso» e che corrisponde più o meno allo stipendio del consigliere regionale. Insomma, chi non rinunciava all’auto blu, almeno un piccolo sconto alle casse pubbliche lo doveva concedere. Passa un anno, arriva anche una lettera del presidente Claudio Burlando che ribadisce ai suoi assessori la necessità di optare tra il privilegio o la riduzione dell’indennità. Poi arriva la fine del 2010: c’è da approvare la nuova Finanziaria. Sul testo della legge che viene pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Liguria non c’è traccia di novità a proposito delle auto blu. Quindi continua a essere valido il taglio del 20 per cento. Buon segno, in apparenza. Il fatto è che dopo pochi giorni, il 12 gennaio 2011, viene pubblicato un nuovo Bollettino ufficiale che, alla fine di tutti gli altri provvedimenti, riporta un apparentemente innocuo «avviso di rettifica». Niente di clamoroso, sembrerebbe. Tre righe in tutto, con riferimento a qualche postilla. Roba da legulei? Macché. «Nella legge regionale 29 dicembre 2010 n.23 (la Finanziaria appunto, ndr), pubblicata sul Bollettino ufficiale numero 18 del 29 dicembre 2010, parte I, l’articolo 15 reca il seguente comma: “Il comma 3 dell’articolo 4 della legge regionale 3/1987 e successive modifiche e integrazioni è abrogato». Capito qualcosa? No? Il comma 3 dell’articolo 4 eccetera eccetera è quello che da circa un anno prevede il taglio del 20 per cento. Cioè con la rettifica del 12 gennaio si è ripristinato il massimo beneficio: auto blu più rimborso per chi viaggia gratis. C’è voluto un po’ di tempo per capire meglio il contenuto di quelle tre righine seminascoste. Ma ieri Radio Babboleo News ha fatto esplodere il caso. «Non ho nulla da nascondere, è vero, è stata rimessa l’indennità piena - conferma Gino Morgillo, vicepresidente del consiglio regionale per il Pdl, uno di coloro che hanno diritto all’auto blu - Quando è stata inserita la riduzione del 20 per cento, io l’ho accettata piuttosto che rinunciare all’auto. Questo perché non volevo mettere a rischio il posto di un autista. Da parte mia non ci sono problemi: l’auto ce l’ho, guidare non mi dà noia. Poi però non dite che si perdono posti di lavoro. Adesso tra gli assessori c’è chi vorrebbe ridursi volontariamente l’indennità, ma non si può. Non è un gioco. O tutti o nessuno». Insomma, auto e indennità piena per tutti. Resta il fatto che, vista la scelta della Regione di rialzare subito i costi della politica, sarebbe stato forse più carino usare metodi più «puliti», di fare tutto alla luce del sole. Perché non inserire l’abrogazione del famoso comma 3 già nella Finanziaria? Forse perché in quel caso si sarebbe dovuto riportare per esteso il testo del comma da cancellare, rendendo così chiaro il fine? Certamente nell’avviso di rettifica inserito un paio di settimane dopo tutto questo non era altrettanto evidente. Almeno a chi lo leggeva nel suo linguaggio burocratico. Infine, un’ultima constatazione. Anche tra tutti gli addetti ai lavori, tra i consiglieri e gli assessori di tutti gli schieramenti, nessuno ha chiesto conto dell’ennesimo aumento dei costi della politica. Nessuno ha denunciato la manovra. Fonte: il Giornale

lunedì 28 marzo 2011

Giornalismo: entra nel vivo il "Premio Passetti 2011"

Premio Cronista Piero Passetti 2011 Anna Buttazzoni del Messaggero Veneto e Marco Giovannelli del Messaggero.it sono i vincitori assoluti del Premio Passetti 2011 per la carta stampata e radio tv e nuovi media. L’inchiesta della collega Buttazzoni sull’utilizzo disinvolto dell’auto blu ha costretto alle dimissioni il presidente del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, mentre quella di Giovannelli ha portato alla luce un caso di ordinario sfratto ai danni di una pensionata novantenne alla quale il Comune di Roma è stato costretto a trovare una sistemazione. Sono 11 in tutto i cronisti premiati e insigniti dei vari riconoscimenti speciali, attribuiti dagli organi costituzionali, dalle forze armate, da Ordine e Federazione dei giornalisti. Fonte: lo Schermo

Comune non paga multa sequestrata auto sindaco

di Enrica D'Acciò BITONTO - Ci sarebbe perfino l'auto blu del primo cittadino, un'«Alfa 166», insieme ad uno dei quattro scuolabus in dotazione comunale, una «Fiat Panda» normalmente in uso ai dipendenti dell'ufficio tecnico e diversi motorini, almeno 5, in dotazione ai vigili urbani. Tutti sotto sequestro, per effetto di un fermo amministrativo imposto da Equitalia al Comune di Bitonto per alcune infrazioni al codice della strada. Ad accedere i riflettori sulla vicenda, il consigliere comunale dei «Riformisti», Franco Natilla che ieri ha presentato al sindaco e al segretario generale un'interrogazione per aver lumi sul fattaccio. La vicenda, che non pochi imbarazzi ha creato a Palazzo di Città, avrebbe avuto origine da una trasferta nel Lazio, che risale al 2007, quando alla guida di Palazzo di città c’era il centrosinistra capeggiato dal sindaco Nicola Pice. Bocche cucite ed evidenti nervosismi, ieri, gli uffici comunali. Mistero, quindi, su chi era alla guida in quella sfortunata trasferta. Un dipendente comunale? Un amministratore? Di sicuro, andava di fretta. L'auto, infatti, ha sforato per 4 volte di seguito, sul tratto autostradale che collega la Puglia al Lazio, i limiti di velocità. L'autovelox ha immortalato il bolide comunale e dopo qualche settimana sono arrivati a Palazzo Gentile 4 verbali, da 300 euro l'uno. L'autista dal piede pesante ha tentato, con ogni probabilità, di contestare le sanzioni e ha rimandato il pagamento. Con il passare dei mesi la vicenda è stata accantonata, forse dimenticata. A distanza di quasi 4 anni, però, è arrivata la notifica da Equitalia che ha disposto il sequestro di diversi mezzi comunali: il valore delle multe, che nel 2007 era di poco superiore ai mille euro, per effetto delle more è cresciuto esponenzialmente e non è bastato mettere sotto sequestro l'auto che si credeva una ferrari. I mezzi, una decina in tutto, sono ora sotto chiave nel garage della Polizia Municipale. Fatta eccezione per l'auto blu a servizio del Sindaco, si tratta in realtà di mezzi che i dipendenti comunali non usano da tempo: i motorini dei vigili sono prossimi all'alienazione e lo scuolabus per tutto l'anno in corso è stato fermo, visto che il servizio di trasporto scolastico non è mai partito. Rimane, di sicuro, la magra figura. E la multa a molti zeri che l'autista dal piede pesante, pare, ha già messo in pagamento per svincolare i mezzi comunali. Nel frattempo, si attendono le risposte del sindaco al consigliere Natilla. Il sindaco Valla, comunque, ribadisce :«È roba vecchia, la mia amministrazione non c’entra». Fonte: la gazzetta del mezzogiorno

venerdì 25 marzo 2011

Sicilia: Cascio (Pdl), mio partito non mi e' stato vicino su polemica autoblu

Palermo, 24 mar.- (Adnkronos) - "Certo, se il mio partito mi fosse stato piu' vicino non sarebbe stato male...". E' lo sfogo del Presidente dell'Assemblea regionale siciliana Francesco Cascio (Pdl), che torna a parlare della polemica scoppiata dopo un'intervista rilasciata tempo fa alla trasmissione 'Report' in cui aveva detto che all'Ars non era escluso che si facesse "la cresta sulla benzina delle autoblu". Immediata la replica del capogruppo del Pdl , Innocenzo Leontini che spiega: "Non ci sono stati ne' atacchi ne' prese di distanza nei confronti del Presidente Cascio", ha tagliato corto rispondendo ai giornalisti. "Oltretutto - ha aggiunto - quelle dichiarazioni le ha poi modificate, questo dimostra che una sottolineatura andava fatta".

Comune, Todini (PdL): "Costi Giunta e Assemblea rispettano parametri"

(L'UNICO) "I costi della Giunta e dell’Assemblea Capitolina rispettano i parametri, peraltro decrescenti, fissati a livello nazionale dalla manovra finanziaria approvata dal Parlamento. Fermo restando che l’amministrazione di Roma Capitale presenta oneri indissolubilmente legati all’estensione e alla complessità di un comune che risulta essere il più grande d’Europa, la Giunta Alemanno ha avviato numerose iniziative per ridurre i costi della macchina comunale, sia per razionalizzare la spesa pubblica, sia per evitare sprechi e costi inutili". E’ quanto dichiara Ludovico Todini, Consigliere PdL di Roma Capitale.

"Attraverso la costituzione della centrale unica per gli acquisti e l’abolizione delle auto blu e l’introduzione di contratti di leasing per le nuove auto utilitarie di rappresentanza, già lo scorso anno sono stati ottenuti risparmi per circa 8 milioni di euro. Inoltre il piano industriale della centrale unica per gli acquisti prevede un’ulteriore contrazione delle uscite per circa 20 milioni di euro all’anno nel prossimo triennio. Tutto ciò dimostra che a prescindere da settori di spesa vincolati per legge come quelli per il funzionamento degli organi di governo, Roma Capitale è fortemente decisa a ridurre i costi della politica, senza privarsi delle risorse che saranno comunque necessarie a garantire l’efficienza e l’efficacia del suo operato" - conclude Todini.

Fonte: L'UNICO

Acquisti al ribasso di Asl e ospedali: arriva la «stretta»

Uso dell'indice di deprivazione per superare i gap infrastrutturali nell'accesso ai servizi sanitari. Premio di 100 milioni da dividere tra le 3 regioni benchmark. E giro di vite per gli acquisti sopra le righe: dalle siringhe alle Tac, dai telefoni ai servizi di lavanderia, dalle auto blu agli impianti o alla gestione del riscaldamento, del gas e dell'acqua.
Tutte le spese per beni e prestazioni dei servizi sanitari e non di asl e ospedali finiranno sotto la lente degli sprechi da azzerare. Per acquistare al meglio, come le regioni benchmark. E senza più differenze anche in una stessa regione. Con una tagliola già pronta: l'obbligo di segnalare alla Corte dei conti gli acquisti fuori ordinanza superiori ai futuri prezzi di riferimento.
Fin qui più che altro minacciata come ipotetico risultato dei costi standard sanitari figli del federalismo fiscale che sarà, è ora scritta nero su bianco la stretta per razionalizzare le spese sopra le righe – o peggio – nella sanità pubblica. La novità arriva dal nuovo testo del governo su cui è in corso la mediazione con l'opposizione per cercare di arrivare la settimana prossima a un parere condiviso sullo schema di decreto. E sulla sanità sembra che l'accordo ormai sia vicino.
Con un risultato ormai dato per scontato: se i costi standard scattassero subito, le tre regioni di riferimento sarebbero Lombardia (nord), Toscana (centro Italia) e Basilicata (sud). Anche se i tarocchi del benchmark li leggeremo solo nel 2013 sulla base dei bilanci 2011.
D'altra parte il nuovo testo riserva non poche novità al capitolo sanità. Anche facendo comparire in qualche modo l'indice di deprivazione tanto caro al sud. Per ora c'è la conferma che le 3 regioni benchmark saranno pescate in una rosa di cinque con i conti a posto, che saranno di ognuna delle tre aree del paese e che non dovranno essere sotto piano di rientro. Per il sud e per tutte le aree territoriali in difficoltà (come zone di montagna o piccole isole) si prevedono «specifici interventi straordinari» (leggi: fondi) per rimuovere le carenze infrastrutturali che incidono sui costi delle prestazioni sanitarie: per calcolare le «carenze» si ricorrerà a «specifici indicatori socio-economici» e in particolare proprio a quell'indice di deprivazione che il sud vorrebbe come criterio di riparto dei fondi.
Come dire: almeno un riconoscimento del problema sollevato dai governatori del mezzogiorno in maniera bipartisan. Anche se poi non mancano i premi alle regioni con le carte dell'assistenza e dei bilanci in regola. Tra le regioni benchmark per determinare i fabbisogni standard sarà assegnato ogni anno lo 0,1% del fondo sanitario, poco più di 100 milioni. La stessa cifra andrà tra chi ha creato centrali d'acquisto e aggiudicazioni gare per l'acquisto di beni e servizi per almeno 300 milioni, ha controllato le schede di dimissione dopo il ricovero e ha verificato almeno i 3% delle pratiche di specialistica ambulatoriale verificando la correttezza di ricette e prestazioni.
L'Istat intanto curerà «rilevazione ed elaborazione» dei prezzi di riferimento «alle condizioni di maggiore efficienza» di beni, prestazioni e servizi sanitari e non che saranno individuati dall'Agenas. Per beni e servizi non legati alle prestazioni sanitarie i prezzi di riferimento dovranno tener conto «dei prezzi più bassi» applicati nelle regioni benchmark e dei listini all'interno delle stesse regioni. Se gli acquisti supereranno i prezzi di riferimenti per gli amministratori scatterà l'obbligo di segnalare i casi alla Corte dei conti. Con tutte le conseguenze erariali del caso.

Fonte: sole24ore

Csm taglia auto blu e indennità commissioni, si riduce bilancio

Tetto di 4.860 euro per le sedute, -10% rispetto a scorso anno
Roma, 16 mar. (TMNews) - Taglio delle auto blu nelle sedi di provenienza dei consiglieri, quelle fuori Roma, e introduzione di un 'tetto' all'indennità per i lavori di commissione: sono gli interventi dal Csm che punta così a ridurre alcune voci nel bilancio di quest'anno. Dopo che la Finanziaria 2010 aveva già imposto un taglio del 10% sui compensi.

Le nuove regole - che verranno sperimentate fino a dicembre prima di decidere se entreranno a regime definitivamente - sono state approvate all'unanimità oggi dal plenum di Palazzo dei Marescialli. L'indennità mensile che ogni consigliere percepirà per i lavori delle commissioni viene fissata a 4.860 euro lordi, il che consentirà, secondo le previsioni, un risparmio complessivo di "oltre il 10% rispetto al compenso percepito dai componenti del Consiglio" l'anno scorso. Obiettivo dell'intervento, si spiega nella delibera dell'organo di autogoverno dei magistrati, è realizzare "una maggiore efficienza dei lavori del Consiglio" e una "maggiore stabilità delle risorse finanziarie destinate all'erogazione dei compensi ai componenti del Csm".


Fonte: tmnews

Magna magna Montecitorio

Il Giappone trema, barconi di clandestini approdano a Lampedusa, i giovani emigrano all’estero, ma a Montecitorio, tra i banchi del centrodestra, ieri si parlava di due sole cose: il rimpasto di governo e l’intervista della moglie di Bocchino a Vanity Fair.

“Un posticino almeno…”. L’onorevole Antonio Razzi, uno dei 29 responsabili che salvarono Berlusconi, da quando gli hanno preferito Michele Pisacane come segretario di presidenza della Camera – una funzione che comporta il telefonino a carico di Montecitorio, una segreteria più ampia e l’autoblu – è sprofondato in una depressione così spessa da rilasciare accorati appelli perfino sull’Unità. “Non c’è più riconoscenza”, mugola. Mario Pepe, uno dei Moggi di Montecitorio, pare l’abbia rassicurato, vedrai alla fine uno strapuntino salterà fuori, ma Razzi è diffidente, per niente si fida, e si dibatte per il Transatlantico come una mosca dentro una stanza chiusa. “Io sono uno di quelli eroici del 14 dicembre e invece…” ha confessato con slancio risorgimentale ad Alberto Gentili del Messaggero. “Amerigo Porfidia ha lasciato Di Pietro insieme a me e non è stato nominato a niente, Scilipoti si deve accontentare di fare il vicecapogruppo, e anche Antonio Milo è furioso”. In quel mentre passa proprio Milo. E Razzi: “Antò, digli quanto sei incavolato!”. Milo, un po’ cripitico: “Io respiro, non aspiro…”

Oggi Berlusconi salirà al Quirinale per il rimpasto, proponendo come ministro all’Agricoltura Saverio Romano per gli acquisiti meriti di reclutatore principe nel calciomercato di dicembre, e forse porrà al presidente Napolitano quello che ad avviso di tanti esponenti della maggioranza è il problema numero uno del Paese: non ci sono abbastanza poltrone per tutti. Claudio Scajola, che minaccia di fare un suo gruppo se non lo fanno ministro o coordinatore, alla proposta di venir nominato responsabile enti locali del Pdl pare abbia risposto: “E’ un po’ poco!”. I suoi seguaci – ha scritto Francesco Bei l’altro giorno su Repubblica – “non hanno nulla da perdere”. In che senso? Mancano due anni alla fine della legislatura, c’è da raddrizzare un Paese. Invece la concorrenza dei Responsabili, ai quali è stata promessa la ricandidatura per il loro passaggio nella maggioranza, li ha fatto ingelosire al punto di coalizzarsi in un gruppo di scontenti. E quindi avvisano, blandiscono, ordiscono fitte trame.

Gli stessi Responsabili, che per non sbagliare hanno eletto un capogruppo e ben sei vice, ventilano di voler migrare in Forza Sud, dove nuove figure di reclutatori si stagliano: il più impegnato è Pippo Fallica, il braccio destro di Gianfranco Micciché (e pure lui prospetta la crisi se non gli cambiano il ddl sulle energie rinnovabili). Quando, nottetempo, abbandonò Fli per soccorrere il governo Catia Polidori, disse a Monica Guerzoni del Corriere della Sera in lacrime: “Non l’ho fatto per un posticino…”. Ora invece Fabrizio dell’Orefice del Tempo racconta che la stessa Polidori “è stata vista protestare vivacemente alla Camera: “Silvio mi aveva detto che m’avrebbe nominato il 15 febbraio, è passato quasi un mese…”. Dev’esserci un errore di persona. Pure Scilipoti è scontento e ha perciò scritto una lettera ricca di sdegno civile, trovando l’immediata sponda di Francesco Pionati: “Giusta sollecitazione!”

Pare che di fronte a un simile spettacolo perfino Verdini si sia detto disgustato.

Fonte: Vecchio

martedì 15 marzo 2011

Derby: sfilata di auto blu all'Olimpico

Striscia la Notizia, questa sera ha trasmesso un servizio in cui ha registrato la presenza di ben 63 auto blu che accompagnavano ospiti illustri all'interno dello stadio Olimpico. Sottolineando come venga “rispettata” l'affermazione di Renato Brunetta,

lunedì 14 marzo 2011

Cascio smentisce se stesso sullo scandalo delle auto blu

Il presidente dell'Assemblea regionale siciliana aveva dichiarato in una intervista a "Presa diretta" di aver scoperto auto blu che facevano "300 metri al litro". Ora, dopo la reazione dei deputati, ritratta tutto: "Mai constatato situazioni di illegalità"

Clamorosa marcia indietro del presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Francesco Cascio, sulla denuncia delle auto blu che "facevano 300 metri con un litro". Con una lunga comunicazione letta all'Assemblea dal vicepresidente di turno - Cascio è all'estero - il presidente ha smentito se stesso, ovvero le sue dichiarazioni andate in onda nella trasmissione "Presa diretta" di RaiTre, e ha dichiarato di non essere mai stato a conoscenza di alcuna "situazione di illegalità o illegittimità" nell'uso delle auto blu dell'Ars.
"Il presidente Cascio - ha detto in aula il vicepresidente Santi Formica - precisa che i riferimenti esplicitati nel corso dell'intervista, in taluni casi, erano in realtà stati manifestati fuori onda e tendevano ad evidenziare, anche attraverso il ricorso a un linguaggio "forte" ed a paradossi, le misure di risparmio unanimemente decise in Consiglio di Presidenza". Sulla questione più scottante, quella del consumo di benzina delle auto blu, Cascio fa sapere che "non era sua intenzione offendere la classe politica presente a Palazzo dei Normanni e che qualsiasi interpretazione di questa natura è assolutamente lontana dal suo sentire e, quindi, infondata". Non solo, ma il presidente dichiara di non aver mai dovuto "rimuovere o colmare situazioni di illegittimità o di illegalità, poiché, ove se ne fossero intraviste, e così non è stato, tali eventuali situazioni sarebbero state denunciate alle autorità competenti".
Infine, Cascio afferma che, "se le sue parole hanno involontariamente recato offesa alla sensibilità degli onorevoli colleghi, se ne rammarica e chiede scusa per le espressioni infelici che hanno potuto mettere in cattiva luce l'istituzione dell'Ars".

Fonte: repubblica

Auto blu/Quell'Alfano di scorta allo stadio

Il regolamento lo vieta, ma per la sfida Lazio-Palermo, giocata a Roma il 6 marzo, il sicilianissimo ministro della Giustizia Angelino Alfano si è concesso uno strappo.
Nonostante le ricorrenti lamentele degli agenti di scorta per l’abuso delle auto di servizio, non ha resistito alla tentazione di utilizzare il suo apparato di sicurezza per assistere in compagnia alla partita. E sulla sua auto ministeriale scortata da almeno un’altra vettura – ambedue erano parcheggiate all’interno dello stadio – è stato visto scendere e salire anche un bambino-supertifoso. Un figlio? Un nipote? Di chi? Di un uomo della scorta? Del ministro? Chissà.
In ogni caso lo “schema di accordo per la protezione” che i tutelati firmano prima di essere presi in carico dalle forze di polizia contempla espressamente il divieto di “trasportare altre persone sulla vettura su cui viaggiano”. Vero che una eccezione è prevista “per gli stretti congiunti conviventi”, ma solo in “casi assolutamente straordinari”. E di straordinario nel caso c’era solo il debutto dell’allenatore Serse Cosmi sulla panchina palermitana. P.D.N.

Fonte: dinicola

Ricetta di una truffa: 'albergatore padano alla napoletana'

Albergatore scippato di 5 alberghi a Cremona, Verona, Mantova, Brescia

Ricetta di una truffa: 'albergatore padano alla napoletana'
La truffa perpetrata, ai danni di Lino Cauzzi e forse di altri imprenditori, dal Gruppo napoletano capeggiato da un "parlamentare europeo"

Ecco la ricetta per "cucinare" un buon albergatore:
Si arriva a Desenzano sul Garda con auto blu, bandierina europea e scorta, si prende un imprenditore titolare di 5 hotel (26 giugno 2009 - Cauzzi Lino), lo si porta presso un Notaio lontano da casa a Poggibonsi (casualmente anche il notaio è di origini napoletane - che in data 29 luglio 2010 è costretto a difendersi, denunciando lo smarrimento del documento di stipula, disconoscendo l'autenticità della sua firma in calce al documento trafugato).

Si obbliga, l'imprenditore malcapitato, prima con lusinghe e poi con coercizione violenta, a cedere in affitto i suoi alberghi (€ 10.000/mese cadauno, cifra che ovviamente non verrà mai pagata e che sarà la causa principale del fallimento).
Si trafuga il documento stilato, ma non ratificato dal primo Notaio, a causa di incompleta documentazione (mancanza di certificazione dei comuni) e lo si porta presso un altro Notaio compiacente a Napoli che, basandosi su falsa documentazione, "convalida" l'atto di affitto incompleto, stilato dal precedente Notaio).
Nota: Incredibile la "leggerezza" del secondo Notaio che non ha verificato l'attendibilità e la veridicità della documentazione ricevuta ma si è "fidato" della parola di chi gliela ha presentata.

La falsa documentazione permette di nominare un nuovo "Amministratore" che, anche senza averne vero titolo, "vende" i cinque hotel al prezzo simbolico di € 100.000 (meno del valore di una modesta abitazione di periferia) estromettendo di fatto il sig. Lino Cauzzi dalla gestione e dalla proprietà dei cinque alberghi.
La nuova "proprietà", sulla base di falsa documentazione, può ora sbandierare i nuovi acquisti e lo fa anche con comunicati stampa che vengono ripresi e pubblicati su vari mezzi stampa ed anche sui mezzi on line.
Anche Newsfood.com aveva pubblicato la notizia ma aveva avuto l'accortezza di dare la notizia con il punto interrogativo nel titolo.

Ancora oggi, nonostante la richiesta di rimozione degli articoli falsi, alcuni giornali e blog, non solo non hanno eliminato la notizia ma neppure si sono resi disponibili ad effettuare le dovute rettifiche, come prevede il Codice (...e la coscienza di chi ha sbagliato).

La presentazione di questi atti falsi induce in errore anche la Camera di Commercio di Milano (che ha rimediato in data 06/10/2010 annullando l'atto falso) ed il Gruppo Catapano può impunemente dichiarare l'acquisizione dei cinque alberghi e Lino Cauzzi non può fare altro che sporgere denuncia presso il Comando della Guardia di Finanza di Cremona e presso i Carabinieri di Desenzano.

Appena in possesso delle chiavi, i nuovi "proprietari" si presentano nei locali, raccolgono tutta la documentazione contabile e gli effetti personali del "precedente proprietario" (Cauzzi Lino) e ne fanno un gran falò.
Da alcuni vengono anche asportati attrezzature professionali e beni mobili.
L'estromissione del legittimo proprietario (Lino Cauzzi), il mancato pagamento degli affitti e dei fornitori causano il blocco di tutte le strutture ed il fallimento di due hotel (La Contea e L'Hermes).

Lino Cauzzi, dopo un anno e mezzo di lotte legali, nonostante le gravissime angherie patite ed i danni subiti, è pronto a far ripartire le sue strutture alberghiere anche se ora sarà più difficile ottenere i finanziamenti necessari.
Ma Lino è abituato a lottare, ciò che ha non glielo ha regalato nessuno. Ha avuto il coraggio di ribellarsi alle angherie ed alle intimidazioni, fatte non solo a parole ma anche sotto minacce armate. Oggi a 68 anni è più combattivo di prima e, invece di uscire dalla scena si rimette in gioco, si rimbocca le maniche e vuole fare ripartire le cinque strutture.
Ormai è solo questione di tempi tecnici.

Alla domanda "Cosa farà ora?"
Lino Cauzzi:-"Sono stato vittima di una brutta avventura ma, dopo un primo momento di paura e smarrimento, mi sono rivolto alle forze dell'ordine e mi sono affidato alla Giustizia. L'ho fatto per me, per la mia dignità e per dare un esempio a chi, come me, ha subito e sta subendo le stesse angherie. Non ci si può fare giustizia con le proprie mani ma neppure è giusto subire delle efferate ingiustizie senza reagire.
L'unica cosa da fare è affidarsi alle Forze dell'Ordine. Ed avere la fortuna di trovare un buon avvocato.
Cosa farò? Ripartirò con maggior brio, anche se la mia età non è più quella di un ragazzino." - ed aggiunge- "L'unico rammarico è quello di aver dovuto constatare che quando si è colpiti da una disgrazia, gli "amici" spariscono. Ma restano i veri Amici."

Giuseppe Danielli
Newsfood.com

Qui di seguito il comunicato stampa inoltrato il 13 marzo 2011 alle agenzie di stampa


Comunicato stampa
Lunedì 14 marzo 2011
Lino Cauzzi è vittima di una colossale truffa da parte del Gruppo Catapano.

att. Direttori responsabili ed aventi causa.


(Dal Registro Imprese - Archivio Ufficiale delle C.C.I.A.A.)
Provvedimenti del Giudice del Registro Imprese: con Decreto n° 81/2010 del 06/10/2010 il Giudice del Registro delle Imprese ha ordinato la cancellazione d'ufficio, ai sensi dell'Art. 2191 C.C. dell'iscrizione avvenuta in data 19/04/2010, relativa all'Atto di Affitto di rami di azienda del 17/03/2010.
Rep. 95656/15193. Effettuata sulla posizione della società cessionaria immobiliare Immobilivacanze srl (PRA/67614/2010).
Amministratore: Catapano Carmine Vincenzo

"Il Gruppo Catapano acquista 5 hotel in Lombardia e Veneto", è una NOTIZIA FALSA in quanto la "cessione" è avvenuta sulla base di atti falsi
Lino Cauzzi, unico e legittimo proprietario, grazie ai Giudici, è pronto a far ripartire i suoi alberghi che gli erano stati scippati
Si invitano le agenzie di Stampa ed i responsabili della comunicazione ad eliminare gli articoli riportanti notizie non veritiere sulla cessione di proprietà alberghiere di Lino Cauzzi a terzi ed a dare ampio spazio alla rettifica, secondo la legge vigente.

Il presente Comunicato stampa è stato stilato in data odierna sulla base di testimonianza diretta di Lino Cauzzi, della documentazione presentata comprovante quanto asserito (documenti personali di Cauzzi, Certificati iscrizione Camere di Commercio, esposti, verbali e sentenze, ...) e della memoria redatta dal legale di Lino Cauzzi, che ne sta curando gli interessi.

In primis il Gruppo Catapano, con una serie di atti illegittimi ed illeciti si sono appropriati delle aziende di gestione dei 5 Hotel appartenenti al sig. Cauzzi. Dopo una serie di azioni giudiziarie intraprese dalle società del Cauzzi e dallo stesso personalmente contro il gruppo Catapano e la società Immobilivacanze, inizialmente non fortunate a causa della negligenza del suo primo avvocato di Napoli, il Cauzzi senza rinunciare alla proprie aziende di gestione cadute in mani dei Catapano, con la grande tenacia che lo contraddistingue ed avvalendosi di un nuovo legale che a tutt'oggi lo assiste, si sono raggiunti i seguenti risultati.
Per quanto riguarda l'Hotel la Contea di Marcaria, il Cauzzi di intesa con la società di leasing proprietaria dell'immobile è riuscita a togliere il possesso dell'Hotel al Gruppo Catapano. Oggi l'hotel è chiuso e ai Catapano è precluso l'accesso.
Nota: Dal giugno 2009 ad oggi il Gruppo Catapano non ha mai pagato alcuna mensilità di affitto e ciò ha causato il fallimento de La Contea srl
L'Hotel Hermes a seguito di istanza di sequestro da parte della Curatela del Fallimento immobilitalia con l'intervento fattivo ed anche in giudizio del sig. Cauzzi si è riusciti ad ottenere il sequestro dell'Hotel da parte del Tribunale di Cremona, con la nomina di custode nella persona del curatore. I Catapano oggi sono costretti a rendere conto della gestione al custode e sono obbligati a pagare il canone mensile di €. 10.000,00, somma che non hanno mai pagato e nemmeno per nessun Hotel del gruppo Cauzzi.
(Anche in questo caso, il mancato pagamento è stata la principale causa del fallimento)


L'Hotel Peschiera non è mai stato nel possesso del Gruppo Catapano, i quali in forza del fitto di azienda illegittima, ne hanno rivendicato la titolarità di gestione. Orbene essendo l'immobile pignorato con la nomina di un custode, da parte del tribunale di Verona, si è in fase di rilascio con azione giudiziale dell'immobile ed anche dell'azienda, con l'intento che quest'ultima possa essere restituita legittimante al sig. Cauzzi.

L'Hotel Margot di Canneto Sull'Oglio è in possesso e gestito dal sig. Cauzzi, per cui i Catapano non possono rivendicare alcuna titolarità, anche se hanno tentato di farlo sempre con atti falsi o illegittimi.
L'Hotel Touring di Desenzano è l'unico hotel in mano al Gruppo di Catapano. Il sig. Cauzzi ha posto in essere una serie di atti giudiziali diretti ad ottenere il rilascio dell'azienda da parte del Gruppo Catapano. Si spera che a breve si possa riuscire in tale intento.
In fede
Lino Cauzzi
Nato il 15/11/ 1942 a Cavriana (MN)
residente a Desenzano del Garda
via Ugo Foscolo, 16
Titolare e proprietario (come risulta dalle visure camerali) delle società di gestione e dei cinque alberghi: Hotel Touring, Hotel Peschiera, Hotel Margot, Hotel Hermes, Hotel La Contea

Ufficio Stampa:
Giuseppe Danielli
g.danielli@editricetaro.it

mercoledì 9 marzo 2011

Provincia Pz; Morero (Fli) su caso Di Lascio

"Senza voler fare i moralisti ad ogni costo, mi sembra che la “determina dirigenziale” della Provincia di Potenza che affida all’impresa della famiglia Di Lascio la fornitura di carburante per le auto blu della stessa, sia il classico specchietto per le allodole da mettere in primo piano per non parlare chiaramente di crisi politica e di litigi all’interno del PD partito di governo in Regione e Provincia". E' quanto afferma il capogruppo di Futuro e Libertà alla Provincia di Potenza, Giuseppe Morero.
Per Morero - più che mai è necessario pensare ad un nuovo rapporto tra politica e morale. Alla politica spetta precisare i valori fondamentali di ogni Comunità. L’impegno politico ha come fine specifico il bene di una comunità pubblica intendendo il bene comune come bene generale e non come somma di interessi particolari e personali. Una dottrina morale e civica dovrebbe avere una riflessione articolata sulla persona umana identificando in essa il suo punto di partenza, il suo punto di arrivo ed il ineludibile punto di riferimento. Lo Stato, la Politica, l’ Economia, il Lavoro, la Città devono essere al suo servizio. E’ pienamente da accogliere la tesi Kantiana per la quale la persona deve essere considerata sempre come fine mai unicamente come mezzo".
Per l'esponente finiano "il criterio morale fondamentale dell’agire politico è quello di promuovere il bene comune: vale a dire il bene di tutto l’uomo, il bene di ogni uomo e di tutti gli uomini (e quindi non solo personali o di filiera) . Valori quali la vita, la libertà, la famiglia, la cultura, l’economia, il lavoro che sono fattori essenziali della vita democratica possono essere tutelati ed incrementati solo attraverso l’assunzione di un metodo generale con cui si compiono le scelte politiche consistenti nella responsabile collaborazione e partecipazione di tutti. Bisogna avere uno stile politico coraggioso e innovatore che deve essere in linea con quello che la Tradizione Classica e il Nuovo Testamento chiamano Parresia, cioè la libertà di chiamare le cose con il loro nome e di rifiutare l’accidia politica che intende liquidare sulla base del dogma del pari valore di ogni opinione o credenza qualunque tipo di proposta senza declinare le ragioni per cui quel rispetto vada concesso".

fonte: basilicatanet

Cascio smentisce se stesso sullo scandalo delle auto blu

Il presidente dell'Assemblea regionale siciliana aveva dichiarato in una intervista a "Presa diretta" di aver scoperto auto blu che facevano "300 metri al litro". Ora, dopo la reazione dei deputati, ritratta tutto: "Mai constatato situazioni di illegalità"
Clamorosa marcia indietro del presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Francesco Cascio, sulla denuncia delle auto blu che "facevano 300 metri con un litro". Con una lunga comunicazione letta all'Assemblea dal vicepresidente di turno - Cascio è all'estero - il presidente ha smentito se stesso, ovvero le sue dichiarazioni andate in onda nella trasmissione "Presa diretta" di RaiTre, e ha dichiarato di non essere mai stato a conoscenza di alcuna "situazione di illegalità o illegittimità" nell'uso delle auto blu dell'Ars.
"Il presidente Cascio - ha detto in aula il vicepresidente Santi Formica - precisa che i riferimenti esplicitati nel corso dell'intervista, in taluni casi, erano in realtà stati manifestati fuori onda e tendevano ad evidenziare, anche attraverso il ricorso a un linguaggio "forte" ed a paradossi, le misure di risparmio unanimemente decise in Consiglio di Presidenza". Sulla questione più scottante, quella del consumo di benzina delle auto blu, Cascio fa sapere che "non era sua intenzione offendere la classe politica presente a Palazzo dei Normanni e che qualsiasi interpretazione di questa natura è assolutamente lontana dal suo sentire e, quindi, infondata". Non solo, ma il presidente dichiara di non aver mai dovuto "rimuovere o colmare situazioni di illegittimità o di illegalità, poiché, ove se ne fossero intraviste, e così non è stato, tali eventuali situazioni sarebbero state denunciate alle autorità competenti".
Infine, Cascio afferma che, "se le sue parole hanno involontariamente recato offesa alla sensibilità degli onorevoli colleghi, se ne rammarica e chiede scusa per le espressioni infelici che hanno potuto mettere in cattiva luce l'istituzione dell'Ars".

fonte: repubblica

Crema, un imprenditore sull'Alfa 159 col lampeggiante per evitare le code

L'uomo, 37 anni, è stato denunciato: a bordo dell'auto aveva anche una pistola finta, riproduzione
di una Sig Sauer, priva di tappo rosso, e con un coltello a serramanico con lama di 19 centimetri

Un commerciante di 37 anni, A.R.M, è stato trovato dai carabinieri di Vailate (Crema) alla guida di un'auto con il lampeggiante blu delle forze dell'ordine e in possesso di un coltello. Per questo è stato denunciato. I militari sono stati informati del fatto che in zona era stata notata più volte una grossa auto blu dotata di lampeggiante attraversare a velocità sostenuta il centro del paese. Gli accertamenti hanno escluso che si trattasse di un funzionario pubblico che arbitrariamente rientrava a casa con il veicolo di servizio.

I carabinieri hanno anche saputo che l'uomo portava con sé una pistola infilata nella cintura. Hanno quindi rintracciato il veicolo e, quando il proprietario è arrivato a prenderlo, l'hanno controllato. E' risultato che l'Alfa Romeo 159 blu è intestata alla ditta di cui è amministratore, con sede in provincia di Brescia. A bordo sono stati trovati il lampeggiante usato dalle forze dell'ordine e un coltello a serramanico lungo 19 centimetri. In casa sua è stata recuperata la pistola, una replica della Sig Sauer modello P226, con canna priva del tappo rosso. Accompagnato in caserma, gli è stata contestata la violazione della legge sulle armi per la detenzione delle armi ed è scattata la denuncia per usurpazione di funzioni pubbliche.

Fonte: repubblica

Sicilia, presidente ARS denuncia cresta su benzina auto blu poi si scusa

(Adnkronos) - Cascio, ha concluso Formica, sottolinea che, "se le sue parole hanno involontariamente recato offesa alla sensibilita' degli onorevoli colleghi se ne rammarica e chiede scusa per le espressioni infelici che hanno potuto mettere in cattiva luce l'istituzione dell'Ars". Una lettera di scuse, che per il gruppo di Fli all'Ars pero' non basta.

"Prendiamo atto delle scuse del presidente dell'Ars dicono in una nota i parlamentari di Futuro e Liberta' -, tuttavia non sono sufficienti: gli chiediamo pure di dimostrare la fondatezza delle sue accuse, facendo i nomi di chi ha commesso illeciti e di chi avrebbe lucrato attraverso la cosiddetta cresta sui carburanti delle auto di servizio''. Inoltre il gruppo di Fli sollecita Cascio ''a portare ed illustrare dettagliatamente in Aula il bilancio dell'Ars in nome della correttezza e trasparenza da lui tanto invocata. A questo punto - concludono - chiarezza la pretendono tutti i deputati e tutti i siciliani che si sono sentiti offesi".

Fonte: libero

Uso dell'auto blu per fini privati, niente illecito se occasionale

di Giuseppe Amato Non e' configurabile il peculato in caso di uso episodico ed occasionale dell'autovettura di servizio per fini diversi da quelli istituzionali.La Cassazione adotta un’interpretazione equilibrata in tema di peculato nel caso di utilizzi impropri dell’autovettura di servizio.

La Corte ritiene che non sia configurabile il reato di peculato d’uso (articolo 314, comma 2, c.p.) in caso di uso momentaneo di un'autovettura di ufficio, anche se per finalità, reali o supposte, non corrispondenti a quelle istituzionali, quando si sia trattato di un uso episodico ed occasionale, non caratterizzatosi, quanto a consistenza (distanze percorse) e durata dell’uso, in fatti di effettiva “appropriazione” dell’autovettura di servizio, suscettibili di recare un concreto e significativo danno economico all’ente pubblico (in termini di carburante utilizzato e di energia lavorativa degli autisti addetti alla guida) ovvero di pregiudicarne l’ordinaria attività funzionale [in termini, di recente, Cassazione, Sezione VI, 10 gennaio 2007, Stranieri].

Il fatto, semmai, può rilevare solo contabilmente o disciplinarmente.

Proprio in applicazione di tale principio, il giudice di legittimità ha rigettato il ricorso del pubblico ministero avverso la sentenza del Gup che aveva dichiarato il non luogo a procedere nei confronti degli assessori di un comune, chiamati a rispondere del reato di peculato d’uso, sul rilievo del numero assolutamente contenuto di episodi di indebito utilizzo dell’autovettura, che peraltro era rimasta sempre nella disponibilità funzionale dell’amministrazione.

(Sentenza Cassazione penale 24/02/2011, n. 7177)
Fonte: ipsoa

martedì 8 marzo 2011

FISCO: FISCOEQUO.IT, TASSARE USO PRIVATO AUTO BLU, 68 MLN A ERARIO

(ASCA) - Roma, 7 mar - Secondo la legge l'uso privato dell'auto blu andrebbe tassato. Basterebbe applicare ai beneficiari di auto blu le norme del nostro ordinamento tributario, che non prevedono alcuna espressa esclusione per tali benefit. L'erario potrebbe cosi' contare su un gettito di almeno 68 milioni di euro l'anno. E' quanto sostengono i superesperti fiscali di fiscoequo.it, il sito ufficiale dell'associazione Lef (legalita' e equita' fiscale).

L'uso privato con autista dell'auto di servizio da parte di un pubblico ufficiale costituisce senza dubbio un fringe benefit, cioe' un emolumento in natura, che integra i suoi compensi e va tassato in base al criterio del valore normale fissato dall'art. 9 del tuir. Considerando solo le cosiddette auto 'blu blu', cioe' quelle di rappresentanza in uso esclusivo ad autorita' varie e alte carico dello Stato, degli enti territoriali e della Pa, si potrebbero recuperare all'erario 68 milioni l'anno ipotizzando un uso privato del mezzo del 30%.

L'auto blu nel nostro paese - scrivono ancora gli esperti di fiscoequo.it - e' uno status simbol. Un vero e proprio esercito di politici, amministratori di societa' pubbliche e dirigenti della Pa ne godono i benefici. Nelle finanziarie degli ultimi 10 anni sono state introdotte norme per circoscrivere il numero dei beneficiari, ma stando alle rilevazioni del ministero della Pa dell'ottobre scorso sono 5.000 le sole auto 'blu blu'. Visto che e' difficile circoscrivere e contenere il fenomeno, sarebbe ora di iniziare almeno a tassarle come fringe benefit.

Fonte: ASCA

Il dibattito nel PD vola sempre più in alto

I 3.679 euro di multe presi dall’auto blu di un onorevole quando era nella Margherita, e ovviamente mai pagati, ora le deve pagare il Partito democratico?

L’alata questione lacera le coscienze del centrosinistra siciliano.

Fonte: Piovono rane

"Quelle auto blu facevano 300 metri con un litro

La denuncia del presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Francesco Cascio (Pdl). "Quando sono arrivato ho fatto fare una media dei consumi, e sono venute fuori queste cifre. Qualcuno faceva la cresta"
di EMANUELE LAURIA

Trecento metri con un litro di benzina. Neppure una Bentley o una Lamborghini consumano tanto. Addirittura più dispendiose sono, anzi sarebbero, le autoblù dell’Assemblea regionale. Al punto da spingere lo stesso presidente dell’Ars, Francesco Cascio, a una clamorosa denuncia televisiva: fra deputati e autisti qualcuno, fino a non molto tempo fa, "faceva regolarmente la cresta". Un j’accuse pronunciato davanti alle telecamere di Presa Diretta, il programma di Raitre condotto da Riccardo Iacona che ha dedicato un reportage a sprechi e clientele in Sicilia.

"Quando sono diventato presidente del parlamento siciliano, nel 2008 - afferma Cascio - ho cominciato a setacciare anche le spese più banali, incluse quelle delle vetture di servizio. Assieme al mio capo di gabinetto ho preso il libro dei carburanti, e ho fatto il raffronto fra i chilometri percorsi dalle auto e il consumo dichiarato". La domanda dell’intervistatore: "Ha avuto l’impressione che si facesse la cresta?". La risposta del presidente dell’Ars: "Le pare credibile che si percorressero appena 300 metri con un litro? È normale, qualcuno faceva la cresta". Cascio afferma che, solo grazie alla sua decisione di togliere le autoblù ai presidenti di commissione e di assegnare un budget fisso a chi invece continua ad usufruirne, la spesa per le macchine di servizio è diminuita. Il risparmio stimato dal numero uno di Palazzo dei Normanni è pari a 400 mila euro.

Cascio, nel corso del suo intervento, non ha risparmiato parole poco lusinghiere nei confronti dei colleghi che si sono opposti alla legge di riduzione del numero dei deputati (da 90 a 70). "Mi hanno preso a sputazzate. I parlamentari mi vogliono uccidere - ha affermato -, questa cosa non la accettano. Mi hanno detto: “Perché non rinuncia allo stipendio invece di rompere il c... a noi?”. Il problema è che c’è gente che fa il parlamentare e non ha un lavoro: se dovesse tornare alla sua vita di prima, avrebbe difficoltà... Ma il mio è un ragionamento complessivo, dalla Sicilia può partire un messaggio importante. Non c’è un consiglio regionale che da quando è stato creato ad oggi ha ridotto di un solo deputato il numero dei parlamentari. Noi abbiamo l’occasione di autodeterminarci: non soltanto per ridurre i costi ma anche per aumentare la funzionalità dell’organo legislativo".

Fonte: Repubblica

Renzi va fuori strada sulle auto blu Boni: «Risparmieremo 700mila euro»

L’attacco (gratuito) al Consiglio regionale lombardo arriva dalle frequenze di Radio 105. Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, spara a zero sulla questione delle auto blu e sulla decisione presa dalla Regione Lombardia di stanziare 60mila euro di rimborsi per quei politici che rinunciano al benefit della macchina. «È una vergogna» se ne esce fuori parlando dai microfoni della sala di registrazione, lapidario. «Sessantamila euro sono tanti soldi - insorge Renzi via etere -. L’idea che ci siano persone che prendono quei soldi, che sono più di quanto prende il sindaco di Firenze, di Milano, di Torino, di Roma, mi sembra un atteggiamento allucinante. Questo perché i Consigli regionali hanno troppo potere».
Per quanto lo riguarda lui non ha rinunciato all’auto blu, «che poi è un’auto elettrica», ma spiega di utilizzarla solo quando va fuori Firenze, «per il resto cerco di girare in bicicletta o in autobus». Benissimo, ma questo non lo autorizza a sparare sentenze contro gli altri. Soprattutto se mal informato su come funzionano le cose. A mettere chiarezza sull’argomento è la presidenza del Consiglio regionale che spiega da dove spuntano quei 60mila euro e come si articola il regolamento dei rimborsi per il trasporto al Pirellone. «Renzi non sa di quello che parla» controbatte il presidente del Consiglio lombardo Davide Boni. «E non ha visto la delibera, che allinea l’Ufficio di presidenza alla giunta regionale: il rimborso c’è sempre stato ma prima non era normato».
Entrando nello specifico delle cifre, Boni puntualizza che si tratta «di 60mila euro lordi all’anno per cinque componenti», che vanno a sostituire le auto blu cui si è rinunciato l’anno scorso. E ovviamente la scelta dei rimborsi conviene alle tasche regionali: «A fine quinquennio - aggiunge Boni - il risparmio sarà di 700mila euro, cioè circa il 60% di quanto si spendeva prima». Da qui il sospetto che «le parole di Renzi siano in realtà un regolamento di conti interno al Pd, perchè ricordo che nell’ufficio di presidenza siedono anche Filippo Penati e Carlo Spreafico», esponenti del Partito democratico.
Fonre: il Giornale

lunedì 7 marzo 2011

Chi paga le multe alle auto blu?

Settemila euro di multe da pagare e altri debiti, per un totale di 21 mila euro, ereditati dal gruppo della Margherita. È il conto intorno al quale litigano i deputati del Pd all'Ars. Parte del debito è costituita da contravvenzioni elevate alle autoblù. In particolare ci sono 3.700 euro di multe che gravano sulla vettura che era nella disponibilità di Francantonio Genovesedi EMANUELE LAURIA

Multe non pagate per 3.700 euro, appioppate all'auto blu di Francantonio Genovese lungo il tragitto fra Palermo e Messina. C'è anche una lite economica, una discussione su un conto rimasto in sospeso, dietro lo scontro all'interno del gruppo del Pd all'Assemblea regionale. Questione solo apparentemente banale, visto lo spessore dei protagonisti. E comunque capace di suscitare, nell'agitata due giorni di confronto a Palazzo dei Normanni, una violenta contrapposizione fra le fazioni in conflitto. La parola d'ordine, nel Pd, è adesso "tregua". E del caso Genovese si sussurra appena, con un solo commento che accomuna tutti, da rinfacciare ai rispettivi avversari: "Miserie".

Fatto sta che la vicenda è piombata prepotentemente sul tavolo delle riunioni dei democratici, convocato dopo il malessere espresso in particolare dalla corrente "Innovazioni" per la linea politica e la gestione del gruppo da parte del presidente Antonello Cracolici. E, a un certo punto, è stato il vicecapogruppo Franco Rinaldi, esponente di "Innovazioni" (e cognato di Genovese), a porre il problema di alcune pendenze inevase, per un totale di 21.957 euro, che il Pd ha ereditato dal vecchio gruppo della Margherita. All'interno di questa somma ci sono 14.682 euro di versamenti contributivi per i dipendenti del gruppo.

Ma una quota rilevante del debito, 7.120 euro, è relativa a multe prese dagli autisti delle vetture di servizio. E, scendendo ancor più nel dettaglio, è di 3.679 euro l'importo riconosciuto, ormai iscritto a ruolo, dovuto dal gruppo della Margherita per le contravvenzioni elevate alle due automobili in uso, dal 2001 al 2005, a Genovese. Il quale usufruiva dell'auto blu nella qualità di tesoriere, con una decisione presa in autonomia dai vertici del gruppo, allora guidato da Giovanni Barbagallo.

Gli enti creditori sono per lo più Comune e prefettura di Messina: almeno nove le multe non pagate. Non ancora sindaco di Messina, e non ancora segretario regionale del Pd, Genovese ha mantenuto per anni questa pendenza nei confronti delle istituzioni della sua città. È il gruppo parlamentare, con i trasferimenti da parte dell'amministrazione dell'Assemblea, a far fronte di solito a questo genere di spese: la collettività, insomma, paga non solo le auto blu in dotazione ai deputati ma anche gli eccessi di velocità e altre infrazioni commesse dai loro autisti.

Ma le cartelle esattoriali relative al vecchio debito in carico alla Margherita sono arrivate solo nelle settimane scorse e - secondo la logica della continuità - ad addossarsene l'onere dovrebbe essere il gruppo del Pd, discendente dalla formazione di Rutelli. E però Cracolici e i suoi non hanno intenzione di saldare quel conto. Mercoledì mattina, nella stanza del capogruppo, l'orientamento era chiaro: "Ds e Margherita, come soggetti giuridici, esisteranno ancora sino almeno al prossimo giugno: dunque, ognuno mantiene i suoi debiti", parola di Cracolici.

E altri colleghi della stessa corrente, come Filippo Panarello, ricordavano non proprio a caso che il gruppo del Pd, a inizio legislatura, aveva già dovuto tassarsi per pagare un altro debito portato in dote dalla Margherita, pari a 18 mila euro. Ogni deputato ha dovuto sborsare 700 euro, centesimo più centesimo meno. E ora i diessini d'origine non vogliono proprio rimettere mano al portafogli.

Anche perché su Cracolici, nel corso del confronto, sono piovute contestazioni del medesimo tenore: dall'uso della carta di credito del gruppo all'acquisto di un i-Pad fatto con i fondi comuni. Un corpo a corpo non proprio edificante, fra ex comunisti ed ex democristiani (ad un certo punto della contesa il capogruppo, estenuato, se l'è presa pure con De Gasperi), che - si affrettano a precisare i contendenti - nulla ha a che vedere con il dibattito politico in corso sulla legge elettorale e sull'appoggio tecnico o politico al governo Lombardo.

"Scissione? Cambio del capogruppo? Non se ne è mai parlato", ha spiegato il segretario Giuseppe Lupo al termine della due giorni di fuoco dei democratici di Sicilia. Ma gli sprechi rinfacciati l'uno all'altro la dicono lunga sul clima in casa Pd. Ora tutti sotto, a preparare l'assemblea del 13 marzo. Mettendo da parte, almeno per ora, i conti della serva.
Fonte: Repubblica

venerdì 4 marzo 2011

POLITICA: UIL, AUTO BLU CI 'COSTANO' 4,4 MLD L'ANNO

(ASCA) - Roma, 25 feb - Oltre 4 miliardi di euro l'anno.

Sarebbe questo il costo che lo Stato affronterebbe per la gestione del parco auto in servizio nella pubblica amministrazione, le cosiddette auto blu.

Dall'indagine condotta dalla Uil sui costi della politica emerge infatti che i costi di gestione del parco auto della Pubblica Amministrazione (auto blu e grigie), secondo una stima molto prudente, ammontano a circa 4,4 miliardi di euro nel 2010.

Una spesa consistente se confrontata con quella di altre voci. Per il sindacato guidato da Luigi Angeletti, infatti, per le consulenze, gli incarichi, le collaborazioni e le spese per i comitati e varie commissioni la spesa nel 2009 e' stata di 3 miliardi di euro. Per i compensi, le spese di rappresentanza, il funzionamento dei consigli di amministrazione, organi collegiali, delle Societa' pubbliche o partecipate ed Enti, locali e nazionali, si sono spesi nel 2010 2,5 miliardi di euro.

Il costo per la direzione delle 255 Aziende sanitarie e ospedaliere - secondo il sindacato che ha analizzato i dati delle amministrazioni pubbliche - e' di oltre 350 milioni di euro; mentre il costo dei Consigli di Amministrazione degli Ater/Aler e' di circa 40 milioni di euro. I costi per il personale contrattualizzato, di nomina politica, per le Segreterie di Presidenti, Sindaci e Assessori, secondo nostre stime, si aggirano intorno a 1,5 miliardi di euro l'anno.

Fonte: asca

Spazio all'uso privato dell'auto blu se occasionale

Se il supermercato è sotto casa e la scuola del bambino nel quartiere si può usare occasionalmente l'auto blu. La sesta sezione della Corte di cassazione, con la sentenza 7177, abbraccia il principio della "modica quantità" e nega il reato di peculato d'uso a carico di sei assessori del comune di Napoli che avevano utilizzato per scopi privati la vettura messa a disposizione per ragioni istituzionali. La sporadicità degli episodi contestati e le brevi distanze percorse hanno salvato gli amministratori dalla condanna.


L'auto di servizio, infatti, era stata usata per ragioni personali complessivamente nove volte in un anno. La pubblica amministrazione non aveva dunque subito quel «danno economicamente apprezzabile» che avrebbe fatto scattare il reato. Gli ermellini spiegano che l'uso temporaneo del bene pubblico per ragioni private che esulino dalle funzioni d'ufficio non sempre è destinato a integrare il reato contestato. Il peculato d'uso si configura quando c'è un'effettiva appropriazione del mezzo, con consumo del carburante e dell'energia lavorativa dell'autista, tale da recare un concreto e significativo danno economico all'ente pubblico e da pregiudicarne l'ordinaria attività funzionale. Nel caso esaminato le auto blu sono sempre rimaste nella disponibilità della pubblica amministrazione senza mai essere cedute a terzi non autorizzati a usarle. I giudici – pur affermando che quando dalla distrazione del bene si trae un profitto personale si può ipotizzare il reato di abuso d'ufficio – liquidano il comportamento degli assessori come moralmente riprovevole.

Punibile «eventualmente» con una sanzione disciplinare. Si salva anche uno dei sei assessori per cui il procuratore del tribunale di Napoli aveva ipotizzato anche il reato di falsità ideologica in atti pubblici. L'accusa era basata su due annotazioni firmate dal politico locale per giustificare, con motivi di lavoro, due viaggi fuori dal territorio comunale. Anche in questo caso la Cassazione è benevola. La "bugia", pur essendo potenzialmente lesiva della pubblica buona fede, non costituisce una prova per l'accertamento del peculato d'uso. Il collegio era stato però meno comprensivo con la sentenza 25541/2009 con cui, sempre la sesta sezione, aveva condannato un consigliere comunale per l'uso «temporalmente limitato» della macchina di servizio in un giorno prefestivo. Ancora la sesta ha assolto un carabiniere (sentenza 10233/2007) in virtù dell'utilizzo occasionale dell'autovettura per scopi personali.

Fonte: ilsole24ore

Auto "blu-blu", il Sindaco di Todi rinuncia

Secondo i dati raccolti ed elaborati da FormezPA, il parco auto delle Pubbliche Amministrazioni risulta composto da circa 86.000 autovetture (escluse quelle con targhe speciali e/o dedicate a finalità di sicurezza e vigilanza).
Di queste, 5.000 sono "blu blu" (di rappresentanza politico-istituzionale a disposizione di autorità e alte cariche dello Stato e delle amministrazioni locali); 10.000 "blu" (di servizio con autista a disposizione di dirigenti apicali) e circa 71.000 "grigie" (senza autista, a disposizione degli uffici per attività strettamente operative).

Nelle Amministrazioni regionali e locali si concentra la quasi totalità delle auto "grigie" (oltre 70.000), circa 2.000 auto "blu blu" e 4.000 auto "blu".
Ora dal numero delle auto blu blu occorrerà toglierne una.
Uno dei principali tagli che il sindaco di Todi, Antonino Ruggiano, ha predisposto in vista della quadratura del bilancio comunale, in ottemperanza alle linee di indirizzo emanate dal Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, prevede che non ci sia auto blu e vigile urbano a disposizione come autista, con un risparmio, secondo l’amministrazione comunale, di quasi 20mila euro l’anno per le casse comunali.

“Consapevoli dei sacrifici che comunque, ognuno per la propria parte, dovremo tutti sostenere, l’amministrazione comunale –dice una nota di Sindaco ed assessore Ciani – ha pensato prima di tutto alle economie in “casa propria” predisponendo il taglio della cosiddetta “auto blu” comunale.
Il sindaco Ruggiano, infatti, all’atto del suo insediamento ha ereditato la disponibilità di un’auto blu e di un vigile urbano impiegato a tempo pieno come autista; dopo un breve periodo di un uso già fortemente ridimensionato, quest’anno si è provveduto a cancellare definitivamente anche questa voce di costo, ottenendo tre risultati importanti: il risparmio di denaro, la restituzione di un’unità di personale al servizio pubblico e fare la propria parte in materia di rinunce. Questi ed altri risparmi similari connoteranno il bilancio 2011, con l’intendimento di ridurre il più possibile il sacrificio dai cittadini e dalla città”.

Fonte: iltamtam

Campania - Regione - Bilancio passa con 37 sì. Maggioranza soddisfatta

Napoli - Tetti di spesa alle consulenze e agli stipendi di consiglieri e manager pubblici, limitazioni all'uso delle auto blu e un bonus bebe' tra le misure contenute nella manovra finanziaria da 18 miliardi di euro approvata dal Consiglio regionale della Campania a poche ore dalla scadenza dell'esercizio provvisorio e dopo due giorni di dibattito. Ma alla fine la norma piu' condivisa del bilancio di previsione 2011 e' un accordo non scritto che passera' alla storia del Consiglio regionale come il 'lodo Cavani', l'intesa bipartisan (al termine di due giorni di contrapposizioni) che ha fatto si' che la fine dei lavori fosse anticipata in tempo utile per garantire ai consiglieri la visione dell'atteso match tra Milan e Napoli evitando pericolose code notturne e scatenando il fuggi fuggi al termine della seduta con il contingentamento degli interventi. Tagli alla spesa e investimenti nel testo approvato a maggioranza con 37 si' (18 i no sui 55 votanti), e sul quale il governatore Caldoro aveva posto la fiducia (una novita' per la Campania introdotta dal recente statuto) con spazio per una serie di misure di contenimento della spesa all'inseguimento di quel rigore necessario dopo lo sforamento del patto di stabilita'. Si va dai tetti sulle spese per studi e incarichi di consulenza che non possono essere superiori al 20% di quelle sostenute nel 2009 a quelli su mostre e convegni. Stretta anche sulle auto blu: organi e strutture di enti e agenzie regionali non potranno utilizzare in via ordinaria auto di servizio per il trasporto dall'abitazione all'ufficio. Un freno viene posto anche alle indennita' dei consiglieri regionali (che non possono superare quelle dei parlamentari) e dei manager pubblici con stipendi oltre i 90.000 euro. Tra le misure di sostegno alle famiglie spicca il bonus bebe' finanziato con 2 milioni di euro. Si tratta di un una tantum di 2000 euro che verra' riconosciuta per ogni terzo figlio nato dopo il 1 gennaio all'interno di famiglie dal reddito basso. Sostegno viene garantito anche alle madri lavoratrici per la creazione degli asili nido sui posti di lavoro (un milione) e agli oratori (2 milioni). E in un provvedimento che finisce, secondo una consolidata tradizione, per essere un omnibus, non mancano anche una serie di finanziamenti a pioggia per enti, associazioni, musei e teatri (si va dal premio Matilde Serao al Museo dell'Osservatorio Vesuviano). Un milione e mezzo di euro, invece, va ai comuni con meno di 15.000 abitanti per garantire la copertura wifi gratuita delle aree pubbliche. E ancora: viene istituito il Cal (Consiglio delle autonomie locali) al posto della Conferenza permanente Regione-Autonomie locali e si prevedono misure di razionalizzazione nella spesa sanitaria che continua a rappresentare circa il 60% della spesa totale. Sul fronte fiscale, dalla convenzione con l'Agenzia delle Entrate si punta a recuperare fino a 4 milioni di euro sull'addizionale regionale. Soddisfatto alla fine il governatore campano Stefano Caldoro: 'Una manovra - ha sottolineato - che mette ordine nei conti ponendo fine alla consuetudine del passato di sottoscrivere cambiali in bianco impegnando cio' di cui non si disponeva. Per essere credibili bisogna avere i conti a posto - ha concluso - anche facendo sacrifici, e con questa finanziaria si da' l'idea che i sacrifici toccano per prime alle istituzioni'
Fonte: Irpinianews

Roma, Alemanno: "Approvata delibera che abolisce tutte le auto blu in Comune"

Roma, 2 mar. (Adnkronos) - "Abbiamo fatto una delibera che abolisce tutte le auto blu in Comune anche per i dirigenti e gli assessori. Riguardo all'ad Ama Panzironi ha ereditato una situazione dalla precedente amministrazione". E' quanto ha dichiarato il sindaco di Roma Gianni Alemanno prima di partecipare, a Roma, allo Starhotel Metropole, alla conferenza nazionale del Movimento cristiano lavoratori (Mcl) dal titolo 'Dai valori al programma: l'identita' dei cattolici per un nuovo impegno nelle autonomie locali'.
Fonte: Adnkronos

giovedì 3 marzo 2011

Auto blu in Regione, Penati e altri tre rinunciano. Ma una delibera li indennizza

Il documento votato il gennaio scorso prevede che chi dice no all'autovettura di servizio ha diritto a un rimborso di circa 60mila euro lordi. Di più: la disposizione è retroattiva. L'ex presidente della Provincia è attualmente vice presidente del Consiglio regionale e anche consigliere provinciale In Regione Lombardia la parola d’ordine è contenere i costi. Anche se, in certi casi, le strade della politica producono alcuni cortocircuiti istituzionali. Le auto blu in testa. Argomento delicatissimo sul fronte degli sprechi. Il benefit, in questo caso, spetta ai componenti dell’Ufficio di Presidenza. Tra loro c’è anche un uomo di punta del Partito democratico ed ex presidente della provincia come Filippo Penati. Il quale tempo fa ha dichiarato di voler rinunciare all’auto blu.

Ottimo. Peccato che, come capita spesso, cancellato, sulla carta, lo spreco rientri dalla finestra. E così arriviamo al 10 gennaio 2011. Data che fissa l’approvazione all’unanimità di una singolare delibera dell’ufficio di presidenza del Consiglio regionale, del quale fa parte lo stesso Penati. Il documento, infatti, prevede un strano passaggio. In sostanza il politico che rinuncia all’utilizzo dell’auto blu, ha diritto a “un trattamento indennitario”. Tradotto: denaro che gli rientra in tasca. Si legge “dell’opportunità di erogare, a fronte della minor spesa sostenuta dall’amministrazione consiliare, una somma di denaro correlata al 60% del totale del costo medio annuale”. Un costo medio che si aggira attorno agli 85mila euro, così suddivisi: 25mila per “acquisto e manutenzione di un’autovettura di rappresentanza e 61mila per lo stipendio di un’autista”.

E’ semplice algebra. Il risultato produce un bel tesoretto, circa 60mila euro, che ogni anno finisce in tasca a Filippo Penati. Anche perché, e il dato non appare irrilevante, la delibera è retrottativa perché, votata nel giugno scorso, diventa operativa a partire dall’undici maggio 2010. Ma Penati è in buona compagnia. Con lui anche il presidente del Consiglio regionale, il leghista Davide Boni, il quale a stretto giro di ruota dalla sua elezione ha pubblicamente rinunciato all’auto blu. Filippo Penati spiega: “In realtà questa delibera va a integrare una disposizione già esistente da almeno dieci anni”. E dunque cosa cambia? “Abbiamo solo introdotto la tassazione e nuovi criteri di calcoli più oggettivi riferiti ai costi reali dell’ente per il calcolo delle indennità”. Rifacendo i calcoli, “la cifra – prosegue Penati – si aggira sui 24mila euro”. Comunque una bella cifra. “Ma questo denaro lo impiego per pagare le spese dei miei spostamenti”. Quindi precisa: “Questa delibera comunque non è solo una mia decisione, nell’ufficio di presidenza ci sono altre persone”. Ma è anche vero che il documento è stato approvato all’unanimità. E comunque oltre a Penati, e Boni, anche altri due hanno rinunciato all’auto blu. Solo il quinto ha deciso di tenersi un benefit da 86mila euro l’anno.

Su Filippo Penati, però, pesa un altro impaccio: il doppio incarico reso tale dalla sua presenza in Consiglio provinciale. Anche qua sono i numeri a parlare. L’ex inquilino di palazzo Isimbardi, infatti, nel 2010 ha partecipato ad appena otto sedute di consiglio. Cifra che lo colloca come fanalino di coda dei vari consiglieri. Penultima la figlia del giornalista del Corriere della Sera ucciso dal terrorismo rosso il 28 maggio 1980, Benedetta Tobagi. Per lei, che si è dimessa di recente, l’asticella fissa quota nove.

Sul doppio incarico di Penati proprio ieri sono arrivate le critiche dell’Italia dei valori. “Tale comportamento – nota l’Idv – è poco consono al precetto dell’articolo 54 della Costituzione; ancor più riprovevole sarebbe mantenere un incarico istituzionale che non si è in grado di svolgere adeguatamente al solo fine di evitare il subentro di un candidato che medio tempore ha aderito a un partito della medesima coalizione”. Sul punto ha risposto subito Penati: “Credo sia doveroso restare nelle istituzioni anche quando si perde”. Dopodiché ha spiegato:”Il 2010 per me è stato un anno molto impegnativo. Per molti mesi sono stato completamente assorbito dalla campagna elettorale delle regionali, come candidato presidente, questo ricoprendo anche l’incarico di capo della segreteria politica di Bersani”. Nulla da dire. Resta solo un’ultima questione. Quel denaro che ufficialmente rientra nelle casse della Regione e che poi riesce sotto forma di indennità.

FONTE: Il fatto quotidiano

La mia auto blu

Nasce dall'indignazione, ma forse dalla rassegnazione